Sulla scia della mostra personale che Riccardo Carnaghi sta svolgendo al Katara Art Center di Doha, in Qatar, il Comune di Busto Garolfo ospita negli spazi espositivi di Villa Brentano la mostra “Inconscio collettivo”, che raccoglie alcune opere inedite.
L’architettura è arte? Il rapporto tra le due discipline alimenta da sempre un acceso dibattito. Un grande dilemma che architetti ed artisti si sono spesso posti è proprio questo: se l’architettura può considerarsi arte e se la componente artistica della stessa non comprometta l’aspetto funzionale dello spazio. I confini tra i due ambiti disciplinari in effetti sono deboli e permeabili; tuttavia, oggi più che mai, arte visiva e architettura si devono confrontare e cercare di dialogare, nel tentativo di ricomporre una dicotomia apparentemente irrisolvibile.
Nel corso della storia, infatti, queste due discipline hanno viaggiato su un unico binario. L’architettura, seppur in continua evoluzione, ha sempre avuto uno stretto legame con l’arte, tanto che ancora nell’Ottocento John Ruskin diceva: “Nessuna persona che non sia un grande scultore o pittore può essere un architetto. Se non è uno scultore e pittore, egli non può che essere un costruttore.” L’operato degli architetti-artisti del passato ha contribuito a plasmare le nostre città, arricchendole di esempi di straordinaria bellezza, fino al secondo dopoguerra. Da qui in poi le due discipline hanno subito un’improvvisa scissione, aprendo la strada all’edilizia sconsiderata e priva di ogni carattere artistico, che ha profondamente rovinato le nostre periferie. Da allora pochi sono stati gli architetti in grado di ricucire questo strappo. Ed è proprio questo che le opere di Riccardo Carnaghi cercano di fare: far riemergere dall’architettura, attraverso la pittura, tutto il suo aspetto artistico; creando così un nuovo spunto di riflessione… Nei suoi lavori, alcuni dei quali già esposti in diverse mostre e collezioni private internazionali (tra cui Stati Uniti e Medio Oriente), Carnaghi ha affrontato diversi soggetti, mantenendo sempre lo sguardo rivolto all’architettura.
Indagando il tema degli archetipi, l’Artista intende riscoprire le immagini primordiali che hanno caratterizzato la storia dell’architettura: dagli archi a tutto sesto utilizzati dai romani, e reinterpretati nei secoli successivi, agli elementi tipici dell’architettura gotica, senza tuttavia tralasciare le forme geometriche tipiche dell’architettura moderna.
Nella psicologia analitica di C.G. Jung, l’archetipo è un contenuto dell’inconscio collettivo, sorta di prototipo universale per le idee attraverso il quale l’individuo interpreta ciò che osserva e sperimenta. Da questa ipotesi deriva l’uso del termine ‘archetipo’ nella psicologia dell’arte per indicare le “immagini primordiali” che determinano le forme tipiche costanti in cui si rappresenta l’esperienza individuale e nella critica d’arte – con particolare attenzione all’architettura – le immagini che esprimono una forma primitiva di un’architettura sulla base della sua funzione e/o tecnica costruttiva. Può trattarsi, di forme geometriche semplici o di elementi canonici dell’architettura (l’arco, la colonna, la volta, ecc.). Attraverso la ripetizione modulare o un’inconsueta combinazione geometrica, le opere di Riccardo Carnaghi riscoprono e analizzano queste immagini. L’attento lavoro è finalizzato a fornire uno spunto riflessivo sulla progettazione di nuove architetture contemporanee, sempre caratterizzate da una rilettura delle eterne forme architettoniche. Studiare il primitivo per disegnare il nuovo.
La mostra apre al pubblico Sabato 27 ottobre alle ore 21.00 presso Villa Brentano, in via Magenta 25 a Busto Garolfo, MI, e sarà visitabile fino al 4 novembre con i seguenti orari:
Sabato e Domenica 10.00 – 12.30 / 16.00 – 18.30
1 Novembre 10.00 – 12.30 / 16.00 – 18.30
2 Novembre 16.00 – 18.30
UFFICIO CULTURA – COMUNE DI BUSTO GAROLFO
EMAIL: cultura@comune.bustogarolfo.mi.it
INFO TEL: 0331 562030/31