Confartigianato: tiriamo fuori il nostro senso di responsabilità e usiamolo contro il virus e le chiusure

"Non si può chiudere le imprese, sia perché difficilmente riaprirebbero, sia perché abbiamo fatto investimenti importanti contro il Covid. E questi investimenti devono essere messi a valore".

«Salviamo il lavoro con la responsabilità. Una responsabilità collettiva, solida, convinta e duratura nel tempo: non possiamo scivolare in un nuovo lockdown, non possiamo accettare che intere categorie di operatori paghino il conto della pandemia per tutti: ciascuno è chiamato, oggi, a dare un contributo per il bene del Paese e della sua economia. Della nostra economia».

I numeri del contagio salgono e il terzo Dpcm varato dal Governo nel solo mese di ottobre per far fronte alla corsa del Covid scuote il presidente di Confartigianato Varese, Davide Galli, che nei giorni scorsi aveva rivolto un appello al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana nel corso di una diretta congiunta su Facebook: «Non si può chiudere le imprese, sia perché difficilmente riaprirebbero, sia perché abbiamo fatto investimenti importanti a favore della sicurezza, per la prevenzione Covid, la sanificazione e il tracciamento. E questi investimenti devono essere messi a valore».

Ora il tiro si alza, con parole indirizzate alle istituzioni – da quelle comunali a quelle nazionali – alle aziende, ai loro collaboratori e alla cittadinanza.

«Noi imprenditori siamo una barriera contro la diffusione del virus, non siamo i vettori della sua avanzata: questo deve essere un principio chiaro. Abbiamo investito molto per assicurare luoghi sicuri ai nostri dipendenti e lo abbiamo fatto per ottemperare alle norme di legge ma anche nella consapevolezza che fermare il virus significa assicurare un futuro a ciascuno di noi e al Paese».

La riflessione di Galli punta a un obiettivo: cercare di alzare l’asticella della responsabilità collettiva per combinare tutela della salute e salvaguardia del “lavoro”. Del “fare impresa”. «Indossare la mascherina, igienizzare le mani, rispettare le distanze di sicurezza, azzerare gli assembramenti sono precauzioni basilari ma fondamentali: se tutti le adottassimo con costanza forse riusciremmo a frenare la cavalcata della pandemia senza dover sacrificare interi comparti produttivi e dei servizi sull’altare della nostra salvezza collettiva».

«Ogni persona è chiamata a dare il proprio contributo non solo sul lavoro ma anche in famiglia, nel tempo libero e nelle relazioni sociali, riducendo il numero di contatti – evidenzia il numero uno di viale Milano – Mi rendo conto di chiedere un sacrificio a un Paese che ne ha già fatti tanti ma rinunciare a ciò che non è necessario, e che può rappresentare un rischio per la salute della collettività, è doveroso. La libertà personale che giustamente rivendichiamo in queste ore finisce nel momento in cui inizia quella degli altri, che dobbiamo rispettare e difendere». L’appello è a tutelare le persone fragili e le attività economiche, altrettanto fragili, soprattutto in un momento in cui appare ancora più evidente che non avere garanzie di protezione in caso di chiusura è una condizione difficilissima da sopportare.

«Abbiamo trascorso mesi difficili – prosegue Galli – Mesi che hanno messo alla prova la nostra resistenza e la capacità di tenuta del Paese. Sapevamo però che la battaglia contro il virus sarebbe proseguita tra autunno e inverno con una seconda ondata: gli esperti ci avevano avvertito, richiamandoci al senso di responsabilità, lo stesso che oggi chiedo a tutti. Ne va della nostra salute e del nostro lavoro». Nei prossimi giorni, insieme a The European House – Ambrosetti, Confartigianato Varese proverà a capire il peso del Covid sull’economia della provincia di Varese, per misurare il grado di sofferenza già atto e provare a delineare quello futuro. «Poi cercheremo di indicare una prospettiva di sviluppo industriale, correlata alla mobilità sostenibile, perché gli imprenditori sono abituati a guardare avanti, a cercare soluzioni ai problemi, a non arrendersi di fronte alle intemperie. Certo stavolta è più dura, questa volta da soli non possiamo farcela: abbiamo bisogno di unità e responsabilità condivisa. Se rispetteremo tutti le regole avremo fatto un enorme passo per noi e gli altri».

Galli assicura che gli imprenditori saranno responsabili. Anzi, di più. Saranno sentinelle schierate nel monitoraggio della diffusione del virus: «Resteremo aperti e monitoreremo il rischio di contagio tra i nostri dipendenti, individuando le situazioni più critiche per tempo» assicura il presidente di Confartigianato Varese, che in queste ore ha lanciato anche una survey online per monitorare la temperatura delle aziende: «Dobbiamo capire quali prospettive si prefigurano per il futuro, seppure parliamo di un futuro i cui connotati cambiano a una velocità mai vista prima, mettendo duramente alla prova anche la più solida capacità di adattamento».

Eppure capire sarà il primo passo per trovare soluzioni condivise. «Dobbiamo operare su due fronti: da un lato occorre rendere sostenibili le attività per evitare di ritrovarsi entro due-tre mesi tra le macerie dell’economia. Dall’altro dobbiamo iniziare da subito a immaginare un dopo, ci sarà e che non dovrà trovarci impreparati. Allo stesso tempo è fondamentale rimanere uniti e responsabili, rispettare le regole e lottare contro il virus in modo convinto. Non abbiamo armi più forti di questa, in attesa che la scienza, nella quale ho massima fiducia, ci consegni le armi per debellare questo male infido e veloce, violento e sfuggente» conclude Galli.

0 replies on “Confartigianato: tiriamo fuori il nostro senso di responsabilità e usiamolo contro il virus e le chiusure”