Sesta edizione per “La Montagna Raccontata”, una serie di incontri con scrittori e personaggi di rilievo che presenteranno differenti modalità di raccontare la montagna, organizzata dal il la sezione CAI di Castellanza con il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate e il patrocinio del Comune di Castellanza
Il ciclo di incontri avrà inizio Giovedì 14 Novembre con Enrico Camanni che, presentando il suo libro Se non dovessi tornare, ci introdurrà alla figura di Gary Hemming, noto alpinista statunitense.
Nel volume si racconta una storia che risale al 1966, e l’estate pare essersi dimenticata delle Alpi, lasciando al suo posto piogge e temporali che inchiodano escursionisti e amanti delle cime negli alberghi e nei campeggi. L’arrampicatore californiano Gary Hemming – idealista, sfrontato e carismatico – guarda il Monte Bianco e freme: è venuto in Europa sull’onda dell’insaziabile fame di vita che da sempre lo incendia, e invece si ritrova un tetto di nuvole sopra la testa. La routine si spezza all’improvviso a metà agosto, quando i giornali danno notizia che due scalatori sono rimasti bloccati sul Petit Dru, la parete più dura del Monte Bianco. Hemming intuisce che i soccorsi rischiano di non raggiungere in tempo i dispersi, e con altri cinque pirati delle rocce decide di salvarli seguendo una via diretta. Sembra una follia, un fallimento annunciato che servirà soltanto a mettere in pericolo altre persone, ma Hemming è cresciuto con un imperativo categorico: aiutare sempre, anche a costo della propria vita, perché la prossima volta “potresti esserci tu lassù, ad aver bisogno che qualcuno venga a soccorrerti”. Quei giorni si riveleranno davvero fatali per Gary, ma in un modo che né lui né i suoi amici o i suoi amori possono immaginare.
Enrico Camanni, alpinista e profondo conoscitore della montagna e dello spirito che la anima, racconta con stile elettrico, appassionato e struggente gli ultimi anni dell’iconico scalatore, maudit ispirato e irrequieto, figura imprescindibile nella storia dell’arrampicata moderna ma anche e soprattutto zeitgeist dell’incendio del ’68, amico fragile capace di incarnare una filosofia ecologica della scalata, rivoluzionaria e ancora attualissima.
Il secondo incontro si terrà Giovedì 21 Novembre e vedrà la presenza di Franco Faggiani con il suo L’inventario delle nuvole, che segue le vicende della famiglia Cordero in Valle Maira. Giacomo Cordero abita in Val Maira, con il nonno Girolamo, la madre Lunetta e l’anziana e riservata Desideria. Il ragazzo ha studiato ma gli viene imposto di restare a casa, a Prazzo, dove si vive di taglio del bosco, di piccolo allevamento e agricoltura, e dove gli abitanti delle malghe spesso sopravvivono nella più assoluta miseria. L’Italia è appena entrata in guerra e il vecchio Girolamo, ruvido e determinato capofamiglia, commerciante scaltro e capace, è diventato il fornitore ufficiale di merci per l’esercito.
A Giacomo, esonerato dal servizio militare, viene affidata quindi la più delicata delle attività di famiglia, la raccolta dei pels, i capelli, che, accuratamente lavorati durante l’inverno dalle donne del luogo, saranno rivenduti in primavera agli atelier delle grandi città di confine per farne parrucche, ancora molto richieste. Per il commercio dei capelli in Francia, Giacomo si affida a un venditore esperto, Natale Rebaudi, che gli farà da guida confidandogli vecchi segreti riguardanti suo padre. Quando il ragazzo sarà costretto ad affrontare una situazione inattesa e a prendere in mano gli affari di famiglia, tuttavia, il più grande insegnamento gli verrà dal ricordo dei giorni passati da solo in montagna che lo aiuterà ad apprezzare il valore delle piccole cose e la semplicità del vivere quotidiano.
Franco Faggiani ricostruisce con straordinaria cura dei dettagli un paesaggio particolare e un mestiere insolito che molti ancora ricordano. Nel romanzo vengono ripercorsi gli itinerari segreti dei raccoglitori di capelli delle valli cuneesi, che, seguendo le vie di questo singolare commercio, scavalcavano le Alpi e arrivavano fino in Francia. Una storia avvincente ma anche commovente che conferma il grande talento dell’autore nel descrivere gli ambienti montani riuscendo a emozionare i suoi lettori.
Infine, Giovedì 28 Novembre, Monica Malfatti ci racconterà la figura dell’alpinista Claude Barbier, su cui ha scritto un libro, Dimmi che mi ami. Le Dolomiti di Claudio Barbier
Claude (Claudio) Barbier è stato, senza timore di smentita, uno dei più grandi arrampicatori solitari che le Dolomiti abbiano mai conosciuto. Scontroso ma non arrogante, caratterizzato da una veemenza incompresa e da una gentilezza inespressa, Barbier possedeva un’etica ferma ma talmente garbata da evitare ogni scontro pubblico e ha inanellato durante le sue estati in Dolomiti – arrampicando praticamente senza sosta, ogni giorno – imprese visionarie. Nel suo modo di scalare, solo e veloce, ha condensato vent’anni di profondi cambiamenti nello stile e nella storia dell’arrampicata moderna. Dal 1957, anno della sua prima apparizione in Dolomiti, al 1977, quando morì senza spiegazioni nella falesia di Freyr, in Belgio – dov’era nato e dove viveva, quando non frequentava l’Italia – Claudio si è rivelato per tutto quello che sarebbe venuto dopo, ma non ha mai ottenuto il riconoscimento che meritava. Dal primo concatenamento in velocità nella storia dell’arrampicata – siglato da Barbier nel 1961 sulle cinque pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo – all’apertura dell’indomita Via del Drago in Lagazuoi, questo libro intende ripercorrere le tracce lasciate da Claudio sulle montagne che lui stesso amava alla follia. L’intento è quello di rendere finalmente giustizia alla sua impressionante attività e scongiurare il rischio, oltre che l’errore, di relegare la sua figura così decisiva all’oblio.
Tutti gli incontri si terranno presso la Sala conferenze della Biblioteca Civica (ingresso in P.zza Castegnate 2) alle ore 20.45. L’ingresso è libero.