Quando Alessio Guerinoni ha deciso di acquistare la sua prima casa, non ha scelto a scatola chiusa. Ha fatto quello che fanno in molti: ha mandato in giro diverse richieste per il mutuo, confrontando proposte e condizioni. Ma alla fine, la prova dei fatti lo ha convinto: la soluzione migliore era quella della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «Con la mia impresa siamo già soci della Bcc e ci siamo sempre trovati bene. Quando ho avuto bisogno di un mutuo, ho valutato diverse opzioni, ma alla fine ho scelto di affidarmi a loro, perché avevo già esperienza diretta e sapevo di poter contare su di loro», racconta Alessio, 25 anni, da maggio 2024 giovane socio della nostra banca.
Se per molti ragazzi il mondo bancario può sembrare distante, burocratico e ancorato a vecchie logiche, per Alessio la realtà è stata diversa: «Per me la Bcc non è una banca ‘vecchia’. Al contrario, ha strumenti al passo con i tempi anche per noi giovani ed è sempre disponibile a venire incontro alle esigenze di chi si affida a lei». Questa disponibilità è uno degli aspetti che più ha apprezzato, insieme all’attenzione che la banca sta dimostrando nei confronti dei soci più giovani. «Si vede che ci tengono. La campagna sui giovani soci è qualcosa di concreto, che altrove spesso manca».
Alessio non è nuovo al mondo del lavoro: da tempo è attivo nell’azienda di famiglia, la CMI srl, una carpenteria metallica specializzata nella realizzazione di strutture in acciaio. Un settore che richiede precisione, progettazione e affidabilità, caratteristiche che, a suo avviso, fanno la differenza anche in una banca. «Per me il rapporto con un istituto di credito è come quello con un buon partner di lavoro: deve essere solido, chiaro e basato sulla fiducia. Tutte cose che ho trovato nella mia filiale di riferimento, quella di Buguggiate».
E, parlando di opportunità, Alessio sottolinea un altro aspetto interessante: la possibilità di creare una rete tra coetanei che condividono la stessa esperienza: «Al momento non conosco altri giovani soci della banca, ma mi piacerebbe. Sarebbe utile potersi confrontare, scambiarsi idee e opinioni». E nonostante la sua giovane età, Alessio ha già chiaro il valore della cooperazione. «So che la Bcc organizza iniziative per i soci. Per ora non ho ancora partecipato, ma mi piacerebbe approfondire di più questo lato»
E se dovesse consigliare a un amico di diventare socio? «Direi di provarci con fiducia. La Bcc è una banca che ascolta e che si dimostra sempre disponibile ad andare incontro alle esigenze dei suoi clienti».
Diventare socio della Bcc può nascere da un’esperienza positiva. È il caso di Andrea Caramella, 21 anni, geometra in un’impresa edile, che ha deciso di entrare a far parte della cooperativa di credito sei mesi fa, dopo aver acceso un mutuo per la sua prima casa.
«Mio papà è socio della Bcc dal 1986 -racconta Andrea- e quando ho deciso di chiedere un mutuo mi ha suggerito di sentire anche la sua banca». Andrea ha valutato diverse opzioni, confrontando le proposte di più istituti, ma alla fine ha scelto di stipulare con la Bcc. «Ho sentito altre banche, poi alla fine, parlando con la Bcc, abbiamo ottenuto condizioni davvero personalizzate per le mie esigenze. Mi sono trovato benissimo».
Solo dopo la stipula del mutuo, in filiale gli è stata proposta la possibilità di diventare socio. Una scelta che non era legata al finanziamento, ma che il papà gli ha consigliato di cogliere come opportunità. «Mi ha detto che era una bella cosa e così ho deciso di aderire».
La filiale di riferimento è quella di Buguggiate, dove Andrea ha avuto modo di toccare con mano il valore della cooperazione di credito. «Non ho molta esperienza di cooperative perché sono giovane, ma quello che ho apprezzato è stata la semplicità delle procedure. Tutto è stato chiaro e senza problemi». Un aspetto che lo ha convinto al punto da parlarne con amici e conoscenti. «Non conosco altri giovani soci, ma sto spargendo la voce: se ti trovi bene, è naturale consigliarlo».
E se la banca volesse fare di più per i giovani? «Magari offrire finanziamenti agevolati non solo per l’acquisto della casa, ma anche per togliersi qualche sfizio», suggerisce Andrea.
Alla fine, il miglior biglietto da visita è sempre l’esperienza personale. «Quando ne parlo con i miei amici, quello che racconto è che tutto è stato più semplice. Sento ragazzi che devono portare una marea di documenti e informazioni. Io sono stato trattato veramente bene».
Per Ivan Rondanini, 29 anni, imprenditore e terza generazione della Centro Infissi Rondanini, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate è sempre stata una certezza. «A 15 anni ho aperto il mio primo conto in banca e non ho mai avuto dubbi: dove, se non in Bcc? In famiglia è sempre stata la nostra banca di riferimento, sin da quando mio nonno ne parlava con entusiasmo», racconta Ivan, che oggi è diventato socio grazie alla campagna giovani soci lanciata dall’assemblea 2024.
Per lui, il valore aggiunto della Bcc non è solo nelle condizioni vantaggiose, ma soprattutto nel rapporto diretto e personale che offre. «Per un giovane, che se ne dica, il contatto umano è fondamentale, soprattutto quando si tratta di scelte finanziarie importanti. Qui si trova una banca che ascolta, che conosce i suoi clienti e che offre soluzioni su misura. È una differenza enorme rispetto alle grandi banche commerciali, dove spesso il rapporto è più impersonale».
Nonostante la sua attività lo porti a lavorare anche con altri istituti di credito – e ad aver avviato, insieme al fratello, una società nel settore immobiliare – Ivan ribadisce che il legame di fiducia con la Bcc è unico. «Avere interlocutori che ti conoscono e comprendono le tue esigenze semplifica tutto. Sapere che in banca trovi persone pronte ad ascoltarti e a trovare soluzioni per le tue necessità è un grande vantaggio, soprattutto in un contesto dove la relazione umana sta diventando sempre più rara».
Ivan sottolinea anche un altro aspetto: la difficoltà per i giovani di far sentire la propria voce nel mondo finanziario. «Spesso ho riscontrato poco interesse nell’approfondire idee e progetti. Mi piacerebbe poter partecipare più attivamente alla vita della banca, portando proposte innovative e contribuendo a migliorare servizi e prodotti pensati per noi giovani». Un dialogo aperto tra banca e giovani soci, secondo lui, potrebbe essere il modo giusto per rafforzare il senso di appartenenza e rendere ancora più concreto il valore della cooperazione.
Per lui, essere un giovane socio non significa solo dare continuità a una tradizione familiare, ma anche sostenere l’economia locale, costruire relazioni di valore e incidere sul futuro della comunità. «Diventare soci non è solo un’opportunità per accedere a vantaggi bancari, ma anche per crescere insieme alla banca e al territorio. Credo che, se tutti i giovani avessero l’opportunità di capire cosa significa davvero la cooperazione di credito, sarebbero molti di più quelli pronti a mettersi in gioco».
Dopo la laurea in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano e un master in management a Madrid, Gabriele Colombo, 26 anni, è entrato nell’azienda di famiglia, la Tessitura Colombo Antonio di Busto Garolfo, realtà storica del tessile specializzata nella produzione di pizzi rigidi. Un passaggio generazionale che, nel suo caso, ha coinciso anche con l’ingresso tra i soci della Bcc, avvenuto nel 2024 grazie alla campagna giovani soci.
«La mia famiglia ha da sempre un rapporto consolidato con la banca e quando mi è stata proposta la possibilità di diventare socio, ho colto l’opportunità. Perché? Perché la Bcc non è solo un istituto di credito, ma una banca che costruisce relazioni e che valorizza il legame con il territorio». Per Gabriele, il concetto di cooperazione non è solo una parola, ma qualcosa di concreto: un sistema in cui banca e soci lavorano insieme per creare valore e offrire opportunità di crescita a tutta la comunità.
Anche Gabriele, come molti giovani, è cliente di più realtà finanziarie, ma trova nella Bcc un valore aggiunto che altrove spesso manca: l’ascolto. «È una virtù poco praticata, soprattutto dalle istituzioni finanziarie. E quando davanti ci sono giovani, il rischio di essere sottovalutati è ancora più alto. Non sempre chi è alle prime esperienze lavorative ha le competenze per muoversi con sicurezza nel mondo finanziario, ed è qui che una banca può fare la differenza: fornendo strumenti utili, ma soprattutto mettendosi in ascolto».
Secondo lui, il vero punto di forza della Bcc è proprio la sua natura di banca locale, vicina alle esigenze delle persone e capace di instaurare un dialogo reale con i soci. «Mi piacerebbe vedere un coinvolgimento ancora maggiore dei giovani nelle attività della banca, affrontando temi di loro interesse e creando occasioni di confronto. Un giovane socio deve sentirsi parte di qualcosa di più grande, deve sapere che la sua voce conta e che può contribuire a migliorare i servizi di cui lui stesso usufruisce».
Gabriele rappresenta un esempio di giovane preparato e proattivo, pronto a mettere a disposizione della banca e del territorio il suo entusiasmo e la sua visione. «Ben vengano iniziative che diano spazio alle nuove generazioni, non solo come clienti, ma come parte attiva della banca. Solo così possiamo crescere davvero, insieme».
Interviste a cura di Simone Mantovani