Gli artigiani: federalismo per battere la crisi

E’ tempo che l’organizzazione dello Stato italiano in Stato federalista venga attuata senza ulteriori ripensamenti». Queste le parole di Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Lombardia, in risposta al sondaggio articolato dall’Ispo, di Renato Mannheimer, presentato lo scorso 2 settembre durante la “Summer School” organizzata dall’associazione degli artigiani a Roma, nei primi due giorni di settembre. Le statistiche illustrate dal famoso sondaggista non ammettono repliche: le microimprese italiane e gli artigiani «dicono sì al fisco delocalizzato e a tutto ciò che può avvantaggiare nel guadagnare competitività, risorse e sviluppo sul territorio in cui operano». Per il 38% degli intervistati, «occorre realizzare uno stato federale che dia autonomia e poteri agli attuali Comuni, Province e Regioni». Risposta, questa, ottenuta soprattutto tra gli artigiani del Nord Est italiano. Curioso un altro dato: il 21% degli intervistati (soprattutto del Sud) afferma che «l’attuale struttura va bene così com’è, la si deve solamente far funzionare meglio». È soprattutto il tema “tasse” che ha trovato piena concordanza nel movimento artigiano italiano: 9 associati su 10, infatti, hanno sottolineato che «le tasse, oggi, non sono distribuite equamente tra imprese e cittadini»; l’85% degli associati dice di ricevere «benefici inadeguati rispetto al livello delle tasse pagate» e il 38% ha sottolineato la necessità di «dare forza alle amministrazioni regionali, per trasformarle nelle colonne portanti del disegno federalista». «Federalismo significa avvicinare il luogo del prelievo a quello della spesa, come condizione essenziale per responsabilizzare l’azione degli amministratori pubblici locali -precisa Merletti-. Significa distribuire la produttività laddove si realizza. Magari attraverso la realizzazione di quel decentramento contrattuale che permetterebbe di migliorare il livello di competitività delle imprese e le condizioni dei lavoratori dipendenti. Oggi, di fronte ad uno Stato disgregato, incapace di soddisfare le più diverse esigenze dei cittadini, e ad un sistema partitico sempre più in crisi, si avverte l’esigenza di un federalismo che sappia leggere, affrontare e soddisfare i bisogni sempre più articolati di imprese e popolo».

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