Il rapporto umano genera valore e l’impresa diventa una famiglia

«Michele Ferrero ha indubbiamente lasciato una traccia importante nel sistema industriale italiano. E, in generale, quella dell’azienda che ci ha regalato la Nutella e tante altre golosità italiane è proprio una storia per certi versi incredibile, figlia di un tempo in cui il nostro Paese era in pieno sviluppo economico e si assisteva alla corsa verso le grandi città. Così gli imprenditori hanno avuto un ruolo molto importante per evitare lo spopolamento e sostenere lo sviluppo sociale, prima ancora che economico -commenta il nostro vice presidente vicario, Mauro Colombo, a margine dell’evento di presentazione del saggio su Ferrero-. Alba è stata il cuore della storia della famiglia e dell’azienda Ferrero e non è certo un caso che un Ferrero abbia da sempre giocato un ruolo importante anche nella Bcc di Alba, perché è nella condivisione di progetti e di strategie tra le varie realtà economiche che si riesce a fare fronte comune per affrontare le sfide del mercato. Ed è esattamente quello che accade qui da noi, con tante nostre piccole e medie imprese che, pur nelle diverse dimensioni, hanno scritto storie simili a quella della Ferrero».

Mauro Colombo

«Ciò che colpisce ancora di più è il rapporto che l’imprenditore Ferrero ha con i suoi dipendenti, che in qualche misura diventano “persone di famiglia”, con cui costruire un rapporto autentico e sincero. Mai di contrapposizione ma sempre di cooperazione a vantaggio di entrambi e arrivando fino a mandare a prenderli a casa per agevolarli nel tragitto verso la fabbrica e convincerli a non emigrare, a restare in quelle terre per dare valore al territorio -commenta il nostro vice presidente, Diego Trogher-. Ed è proprio quello che accade in molte delle imprese dei nostri soci e clienti. Realtà sicuramente meno grandi e strutturate della Ferrero, per lo più operanti nei paesi, dove i titolari hanno davvero un rapporto quasi familiare con i dipendenti e non è raro vederli anche mangiare assieme nei giorni festa. E, poi, la capacità di Ferrero di andare controcorrente e di fare le scelte che la massa non fa, come nei casi della crema spalmabile e dell’ovetto tutti i giorni e non solo a Pasqua. Se ci pensate è quello che facciamo come Bcc: le altre banche chiudono le filiali e puntano solo sull’online? Noi, invece, presidiamo i territori e decidiamo di restare nei nostri paesi con una presenza fisica. E anche il fatto che Ferrero si sia sempre affidato a fornitori che fossero anche soci della Bcc di Alba, indica la chiara strada che per dare valore al territorio bisogna scegliere da che parte stare. Senza se e senza ma*».

Diego Trogher

«Poi per lo sviluppo di un’impresa servono i colpi di genio, quelli che oggi vengono definite le “innovazioni aziendali”, che possono essere di prodotto o di servizio, e che spesso prendono corpo dalla capacità di ascoltare gli altri, in primis i propri dipendenti. E questa dell’ascolto è un’altra delle grandi lezioni che possiamo cogliere dalla storia di Michele Ferrero -sottolinea il nostro presidente del comitato esecutivo, Giuseppe Barni-. E se il primo colpo di genio di Ferrero è stato quello di inventare la crema di gianduia, la Nutella che tutti conosciamo, oggi che i tempi sono decisamente cambiati e che l’innovazione di processo e di prodotto si è fatta incredibilmente più rapida, quasi istantanea, il colpo di genio potrebbe essere un’app, oppure un’ottimizzazione della produzione o della gestione. O, ancora, la creazione di una catena del valore legata al territorio. Del resto, dopo anni in cui abbiamo assistito alla corsa a delocalizzare, oggi la situazione si sta invertendo e, ad esempio nella logistica, si torna a preferire di averla più vicina. Magari aumentano i costi, ma diminuiscono i disagi e il tema del valore della qualità che con il loro ingegno sono in grado di generare le risorse umane torna in primo piano».

Giuseppe Barni
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