Un museo industriale a Legnano, per non dimenticare le radici dell’Altomilanese, che all’inizio del secolo scorso era soprannominata la Manchester d’Italia, e per dare conto dell’operosità e dell’ingegno delle nostre genti e delle nostre fabbriche, che in vari settori hanno raggiunto -e in molti casi ancora mantengono- punte d’eccellenza. Il sogno di un museo industriale a Legnano è rincorso da anni da tanti Maestri del Lavoro della nostra zona, che si sono uniti nella “Ttsll” (associazione testimonianze tecnico-storiche del lavoro nel legnanese) e che negli anni hanno raccolto centinaia di oggetti museali, che sono stati esaminati e inventariati secono il settore industriale di appartenenza. E a fianco della Ttsll, nel marzo scorso, sono scesi in campo l’Ali (associazione legnanese dell’industria) e la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, che hanno sostenuto la realizzazione di un piccolo libretto in cui si dà conto di quanto raccolto in questi anni dalla Ttsll e si rilancia con forza l’idea di costituire a Legnano un museo industriale. Il libretto -che è in libera distribuzione anche presso la sede della Bcc di Legnano- è stato presentato nel corso di un convegno organizzato dall’Apil (Associazione periti industriali di Legnano) presso la sede dell’Ali, in via San Domenico. Nelle sue pagine, sono riportati i pezzi più pregevoli tra quelli fino ad ora raccolti e che attualmente sono conservati in tre depositi. Il primo, di circa 500 metri quadrati, è situato presso la Franco Tosi Meccanica di Legnano (che da alcuni anni fa parte del Gruppo Castiglioni), e vi sono raccolte le macchine più grandi. Il secondo, che si sviluppa su circa 250 metri quadrati, si trova all’interno della Tecnocity di Legnano, in via XX Settembre: qui sono esposti circa 400 oggetti di piccola e media dimensione e si trova anche una biblioteca, con oltre 1.400 testi tecnico-scientifici a disposizione per la libera consultazione. L’ultimo spazio si trova presso il deposito Amga di via Novara, sempre a Legnano: in 200 metri quadrati, sono raccolti decine e decine di pezzi, e, per il gran numero, la loro disposizione è così ravvicinata da non consentire visite guidate, che sono invece possibili presso lo spazio della Tecnocity. “Quella che serve è una sede unica, in cui poter raccogliere tutte i pezzi e dare vita ad un vero e proprio museo”, aveva detto Sergio Sciuccati, presidente della Ttsll, nel corso del convegno di marzo. E sembra proprio che il suo appello non sia rimasto inascoltato. Almeno a giudicare dalle parole del vice-sindaco di Legnano, Carmelo Tomasello, che ha parlato di una possibile collocazione del museo nella palazzina uffici dell’area ex Bernocchi, una delle più celebri fabbriche di Legnano, di corso Garibaldi. “Abbiamo da poco definito il documento complessivo che riguarda i piani integrati e, dunque, anche il futuro della ex Bernocchi -ha spiegato l’assessore Carmelo Tomasello-. Proprio in questo documento, alla voce standard qualitativi, è indicata la localizzazione del museo nella palazzina uffici della fabbrica dismessa. Si tratta di un edificio dal considerevole valore storico e protetto dalla Soprintendenza. Stiamo anche valutando un’ipotesi progettuale che riguarda gli spazi all’esterno. Alcuni cimeli del passato industriale cittadino, infatti, hanno dimensioni considerevoli e troverebbero una sistemazione ideale negli spazi circostanti”.