Michele Graglia, presidente di Univa
L’industria varesina ha assistito ad un leggero miglioramento degli ordinativi e dei livelli di produzione, grazie anche alla ripresa dei mercati esteri sui quali, da inizio anno, l’export varesino è in ripresa, anche se di poco (+2,3% nel primo trimestre). Ciò che manca in questo momento è la continuità. La logica e la struttura degli ordini sta cambiando radicalmente ed è questa oggi la prima sfida che le imprese devono affrontare. Gli ordinativi arrivano sul tavolo con maggiore frequenza rispetto al passato, ma sono meno regolari e quantitativamente più bassi. Ci stiamo rimettendo in piedi dopo uno dei momenti più difficili della nostra economia, ma non siamo ancora in grado di correre. Per quello, però, ci stiamo attrezzando, con un clima di fiducia in crescita, consapevoli che pista e regole con cui si fa la corsa stanno cambiando.
Attilio Fontana, sindaco di Varese
Da più parti sentiamo che il periodo negativo per l’economia italiana sta per finire. Penso al nostro territorio che ne ha certo risentito in termini di imprese chiuse e, dunque, ripercussioni sui lavoratori. Sono sempre positivo, però, e credo che da situazioni difficili possano nascere opportunità interessanti. Anche gli enti locali sono stati pesantemente toccati dalla crisi e il Comune di Varese sta lavorando per i cittadini, nonostante risorse sempre più risicate: andiamo avanti, cercando nuove forme di collaborazione, anche con i privati. I segnali di ripresa non mancano, quindi. L’azione combinata di finanziamenti e agevolazioni fiscali, e di un’attenzione più puntuale del pubblico sul privato, può dare alle imprese quel respiro sufficiente a vincere le sfide del mercato attuale.
Mauro Colombo, direttore ass. artigiani prov. Varese – Confartigianato
Registriamo una piccola ripresa, ma non è ancora possibile parlare di una vera uscita dalla crisi. I segni positivi che ci sono nella nostra ultima congiunturale arrivano dalle fiammate delle imprese che hanno rapporti con Paesi esteri. Il lavoro, soprattutto sul fronte del mercato interno, è ancora molto. Occorre, quindi, fare uno sforzo ulteriore: insistere sulla costruzione di una rete globale, all’interno della quale trovare una soluzione per uscire, tutti insieme, dalla crisi. Come associazione degli Artigiani della provincia di Varese, possiamo essere ottimisti, ma questo ci deve spingere ad operare con maggior convinzione e unità di intenti per poter guardare ad futuro di crescita.
Gian Franco Sanavia, presidente Confartigianato Alto Milanese
Il primo segnale della possibile ripresa arriva dal calo nel ricorso agli ammortizzatori sociali. Le imprese continuano però a soffrire per quanto riguarda la liquidità, frenando così anche le spese. Noto un certo ottimismo a fronte di nuove commesse. Oggi ci troviamo in una situazione di stabilità, che porta le aziende, soprattutto quelle piccole, a proporsi degli obiettivi. Il disorientamento indotto dalla pesante crisi sembra essere superato. Le aziende stanno rispondendo, facendo leva sulla loro elasticità, e le istituzioni hanno iniziato a collaborare in modo proficuo anche con la nostra associazione. Esprimo un cauto ottimismo, anche per quanto il futuro potrà offrirci. L’Expo è una grande opportunità che può dare spazi: tutto dipenderà, però, dal livello di collaborazione con le istituzioni.
Giorgio Angelucci, presidente Confcommercio provincia di Varese
Le attività commerciali vivono ancora in una situazione di stand-by. Ci si aspettava di uscire dalla crisi la scorsa primavera, ma il mercato dei consumi non ha risposto come ci si aspettava. Dopo il pesante stop registrato a maggio, una nota positiva è arrivata in estate con la comparsa di qualche turista: un fenomeno che da tempo non si verificava, che è partito dal Lago Maggiore e si è diffuso su tutta la provincia di Varese. L’auspicio è che l’impulso dato dal turismo possa aumentare sempre più, in attesa di vedere come il mercato si comporterà nel periodo per noi cruciale: quello che dall’autunno che arriva fino a Natale. Ad oggi, però, è difficile riuscire a fare delle previsioni.
Angelo Pirazzini, sindaco di Busto Garolfo
La crisi non è alle spalle. I suoi effetti si fanno sentire ancora in modo pesante sulle famiglie: i nostri Servizi sociali registrano un aumento delle richieste di aiuto, così come sono sempre più le persone che si rivolgono all’amministrazione comunale alla ricerca di un lavoro. Sono segnali di una situazione di grave disagio, alle quali le stesse imprese non sembrano in grado di rispondere. Gli investimenti che vengono fatti su Busto Garolfo sono ancora troppo limitati per iniziare a parlare di una reale ripresa. Qualcosa però si sta muovendo: la speranza è che questo possa essere l’inizio di un processo di crescita; un cammino, per quanto lento, capace di portarci fuori dalla crisi.
Lorenzo Vitali, sindaco di Legnano
La crisi è reale, ce ne rendiamo conto. I nostri servizi sociali sono meta di moltissime persone, che devono far fronte al disagio economico; grandi sono le difficoltà di molte attività produttive, soprattutto in ambito commerciale. C’è però anche un dato positivo: sono molti coloro che provano a trasformare la crisi in opportunità, sviluppando idee imprenditoriali, aumentando le proprie competenze, rimettendosi in gioco ogni giorno. Persone e imprese che non vanno lasciate sole: chi non perde la fiducia, chi guarda sempre avanti, merita di essere sostenuto, in primo luogo dalle istituzioni, ma anche da chi storicamente opera sul territorio, come BCC, per contribuire allo sviluppo e alla crescita.
Corrado Bertelli, presidente Confindustria dell’Alto Milanese
Dalle prime indicazioni, nel terzo trimestre 2010 le nostre imprese confermano nella maggior parte dei casi un consolidamento della produzione, anche se assistiamo ad un rallentamento degli ordinativi. Il fatturato è stabile, con una tendenza alla crescita nel settore chimico-plastico. Segnali di preoccupazione derivano dai continui incrementi dei costi sulle materie prime, aumenti che non vengono pienamente trasferiti sui prezzi di vendita. Le aspettative sono moderatamente positive, soprattutto per quanto riguarda il fatturato, mentre prevale ancora una certa cautela negli investimenti. L’andamento congiunturale è migliore rispetto alla situazione di un anno e mezzo fa, tuttavia il recupero dei livelli pre-crisi avverrà con tempi lunghi.
Gigi Farioli, sindaco di Busto Arsizio
La straordinaria crisi finanziaria, nel combinato disposto con una disordinata e spesso subita globalizzazione, avrebbero costituito una miscela esplosiva per il tessuto economico produttivo del territorio di cui Busto Arsizio è riconosciuto baricentro. La caparbietà e il saldo ancoraggio etico del manifatturiero locale, hanno consentito che l’annunciato tzunami non lasciasse dietro di sé solo negatività. Anche grazie all’azione concertata di banche come la Bcc, ancorate al territorio e alle Pmi, all’iniezione di fiducia delle Camere e delle istituzioni, si comincia a intravedere un concreto segno di ripresa, suggellato anche dall’insediamento di 19 nuove aziende nell’area industriale di sudovest.
Paolo Ferrè, presidente commercianti Legnano
Il 2010 è stato un anno decisamente infausto: forse l’anno peggiore da quanto è iniziata la crisi. A questo si aggiungono le condizioni climatiche che non hanno di certo aiutato, in particolare i settori dell’abbigliamento e delle calzature. Così i negozi restano pieni e le vendite vengono fatte solamente durante i saldi. Sotto il profilo economico finanziario, fino a due anni fa registravamo presso la nostra Fidicomet circa il 70% di richieste per investimenti produttivi. Adesso la maggior parte delle richieste viene fatta per avere liquidità di cassa. Anche se gli istituti di credito sul territorio ci sono stati abbastanza vicini, servono nuovi investitori per evitare che una città come Legnano, che ha investito molto per rinnovare il centro storico, non muoia sotto il profilo commerciale.