In origine, l’edificio sacro dedicato a San Vittore Martire era, probabilmente, un oratorio, del quale non è nota la data di costruzione. Nel 1554, San Carlo Borromeo consacra la parrocchia, come risulta da un documento dell’archivio parrocchiale, e lo stesso San Carlo, nel libro dei decreti della Pieve di Varese, nella stessa data stabilisce la “primizia” che, da lì in avanti, gli abitanti avrebbero dovuto dare al loro parroco. Della chiesa si ha ancora traccia nel 19 settembre 1597, quando il reverendo Aurelio Amodio, delegato del cardinale Carlo Borromeo, compie una visita pastorale a Buguggiate e descrive il tempio come un edificio “con poche pretese architettoniche”. Le prime notizie sulla torre campanaria si hanno nel 1600, quando la chiesa parrocchiale riceve una nuova campana da un certo Nicolao De Lorena. Una successiva visita pastorale del 1610 indica l’edificio della chiesa a una sola navata, senza cappelle laterali, e rileva l’assenza di un tabernacolo e di arredi sacri. A seguito di quella visita, la chiesa parrocchiale è descritta come “angusta e scomoda”, ragion per cui si richiede la costruzione di altre due stanze. Sempre nel 1610, un incendio distrugge alcune case del paese, fra cui quella parrocchiale, che sarà successivamente ricostruita. Gli annali ci rimandono notizie soltanto un secolo più tardi, nel 1711, quando finalmente si aggiungono le due cappelle laterali e l’impianto dell’edificio assume il disegno a croce greca.
Nel 1831, la chiesa è dotata di un nuovo altare maggiore in marmo, che sostituisce quello antico in legno. Si passa agli archivi pubblici, per scoprire che, in una seduta comunale del 1860, è approvata una sovraimposta di 2 centesimi per formare un fondo cassa per un nuovo orologio da montare sul campanile, mentre l’anno successivo si decide di innalzarlo. Nel 1811, i lavori di ammodernamento riguardano il pavimento nella zona degli altari e nel mezzo della navata, che si riveste con piastrelle di cemento. Nel 1912, la chiesa conosce un nuovo ampliamento di circa un terzo della superficie, intervento, questo, di cui resta l’originale dei disegni. Nella nuova campata trova posto l’organo, mentre viene chiuso il passaggio diretto per la casa parrocchiale. Con l’ampliamento, la chiesa assume una pianta a “croce latina” (quella attuale), a una sola navata con tre altari: l’altare maggiore e i due laterali. Intorno agli anni Sessanta, la chiesa è interessata da una nuova serie di lavori (che si protraggono all’interno dell’edificio fino al 1974 e, all’esterno, fino al 1975) con cui si demolisce la casa parrocchiale addossata al muro della chiesa a ponente e si smantella la cancellata che la divideva dal sagrato. All’interno del tempio, invece, si rifà la pavimentazione in “palladiana arabescata” con fasce nere, mentre nella zona dell’altare maggiore, del leggio e del sedile del celebrante, è posta una pedana in cemento rivestita con tessuto di moquette. In seguito, sarà smantellato il recinto del santuario, che era formato da una balaustra, per sostituirlo con colonnine di marmo. In tempi più recenti, si coprono le decorazioni di tutte le finestre e di parte delle facciate interne fino all’altezza della trabeazione (struttura composta da architrave, fregio e cornice), inserendo una fascia che corre su tutto il perimetro. Infine si rifà tutta la zona del sagrato e l’area cortilizia dell’oratorio, sostituendo la vecchia pavimentazione in ghiaietto con dell’asfalto.
Due lettere gradite, per continuare nella nostra opera
Due lettere che fanno molto piacere: una della parrocchia Santa Gertrude di Olcella di Busto Garolfo e la seconda di don Giuseppe Andreoli, da poco ordinato sacerdote nella comunità di Cazzago Brabbia. “Il parroco don Piero Roveda – si legge nella prima missiva –, a nome del coro parrocchiale S. Gertrude, esprime un sentito ringraziamento per l’attenzione, la disponibilità e la generosità dimostrate nel contribuire all’acquisto di un nuovo organo per la nostra parrocchia”. La lettera, datata 12 luglio, segue di poche settimane il contributo erogato dal Progetto Soci del nostro Credito Cooperativo per l’acquisto di un nuovo organo in sostituzione di quello presente in parrocchia: “Il canto e la musica –continua la lettera– sono una delle forme più eminenti di educazione e partecipazione alla Liturgia. Gli animatori musicali, infatti, con il loro servizio aiutano l’Assemblea a vivere la celebrazione eucaristica con un maggior coinvolgimento spirituale”. Lo scritto, a firma di don Giuseppe Andreoli, invece, è datato 9 luglio e segue di un mese la celebrazione della prima messa del neosacerdote, svoltasi l’11 giugno nella chiesetta parrocchiale di Cazzago Brabbia da poco restaurata grazie anche al contributo della nostra Bcc: “Con viva riconoscenza –scrive don Giuseppe– ringrazio per la stima e la simpatia che avete mostrato nei miei riguardi in occasione della mia Ordinanza Sacerdotale e della prima Santa Messa in Cazzago Brabbia, nei giorni 11 e 12 giugno. In attesa di incontrarvi nel giorno dell’inaugurazione della chiesa di Cazzago, riportata al suo antico splendore grazie anche al vostro contributo, imploro il Signore una speciale benedizione su voi e su tutti i vostri cari”.