Nella biografia del papà della Nutella ritroviamo la storia dei valori nostrani

«Perché essere main sponsor della presentazione a Varese della prima biografia del papà della Nutella? Perché la storia di Michele Ferrero è, nei valori, la storia di tanti nostri soci, di tanti imprendtori del nostro territorio e, in buona sostanza, della nostra Bcc. La storia di chi intende un modo di lavorare capace di mettere al centro la persona, secondo il motto “lavorare, creare, donare”». Così il nostro presidente, Roberto Scazzosi, spiega la scelta di essere a fianco della Camera di commercio di Varese nella presentazione della biografia di Michele Ferrero, evento che si è tenuto domenica 28 maggio nella sala Campiotti di Varese. Il saggio, dal titolo «Michele Ferrero. Condividere valori per creare valore», è pubblicato dalla casa editrice Salani (288 pagine, 18 euro in edizione fisica, 11,99 euro come e-book) e a presentarlo a Varese c’era l’autore, Salvatore Giannella: classe 1949, giornalista pluripremiato e definito da Paulo Coelho “cronista della luce”.
«Michele Ferrero è un omaggio a uno dei maggiori imprenditori della storia italiana; un uomo dalle idee innovative -ha raccontato l’autore-. “Tutti facevano il cioccolato solido e io l’ho fatto cremoso ed è nata la Nutella; tutti facevano le scatole di cioccolatini e noi cominciammo a venderli uno per uno, ma incartati da festa; tutti pensavano che noi Italiani non potessimo pensare di andare in Germania a vendere cioccolato e oggi quello è il nostro primo mercato; tutti facevano l’uovo per Pasqua e io ho pensato che si potesse fare l’ovetto piccolo ma tutti i giorni; tutti volevano il cioccolato scuro e io ho detto che c’era più latte e meno cacao; tutti pensavano che il tè potesse essere solo quello con la bustina e caldo e io l’ho fatto freddo e senza bustina”, così Michele Ferrero spiegava il segreto del suo successo commerciale. Ma il suo vero successo è quello imprenditoriale, di un uomo che ha saputo restare a fianco dei propri dipendenti e del proprio territorio, assistendoli e convincendoli con fatti concreti a non abbandonare le proprie comunità. Oltre alle sue invenzioni e intuizioni geniali, di lui è da sottolineare la visione internazionale, la grande capacità di ascoltare gli altri, l’attenzione certosina alla qualità dei prodotti, alle esigenze dei consumatori, al benessere dei dipendenti. E, su tutto, l’amore per la famiglia e per la sua terra, la cura verso i valori umani, la responsabilità sociale».
Figlio di due pasticceri, Michele Ferrero fin da ragazzo lavora nell’azienda di famiglia, fondata ad Alba nel 1946. Alla morte del padre, nel 1949, affianca la madre e lo zio nella gestione della Ferrero, per poi prenderne la guida a soli trentadue anni. Sotto la sua direzione la Ferrero si espande fino a diventare una delle principali industrie dolciarie al mondo, che oggi conta oltre 40 mila collaboratori, 20 stabilimenti e 9 aziende agricole. È lui a inventare i più famosi prodotti della Ferrero: il Mon Chéri (1956), la Nutella (1964), il Kinder Cioccolato (1968), le Tic-Tac (1969), i Kinder Sorpresa (1974) e il Ferrero Rocher (1982).
Per suo volere, nel 1983 nasce la Fondazione Ferrero, che oltre a occuparsi degli ex dipendenti promuove importanti iniziative culturali e artistiche. Nel 1961 ha sposato Maria Franca Fissolo, con la quale ha avuto due figli, Pietro, prematuramente scomparso nel 2011, e Giovanni, attualmente amministratore delegato dell’azienda. Nel 2005, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Michele Ferrero nasce a Dogliani, provincia di Cuneo, nel 1925 e muore a Montecarlo nel 2015, all’età di ottantanove anni.

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