In questo numero autunnale della Voce approfondiamo e sviluppiamo in più articoli tematiche che riteniamo importanti e che sono alla base del nostro operare quotidiano, soprattutto nella specifica fase congiunturale che noi tutti affrontiamo. Come vedrete, non sono argomenti nuovi: già da qualche numero, infatti, poniamo l’accento su alcune scelte strategiche che riteniamo abbiano la valenza di “marcare” in maniera netta e chiara il nostro agire, ma, ancor di più e senza comunque voler esprimere giudizi di merito, la nostra ”differenza” dagli altri operatori del mondo del credito. Come meglio spieghiamo nell’articolo dedicato al bilancio semestrale, possiamo esprimere soddisfazione per l’andamento complessivo della gestione della Banca. In particolare, buoni riscontri derivano dall’andamento degli stock, che evidenziano un’equilibrata crescita degli impieghi e la conferma del fatto che i clienti continuano ad affidarci i propri risparmi, accrescendo la sempre più fondamentale raccolta diretta. Ottimo è stato anche il risultato della gestione del patrimonio e, soprattutto, del nuovo progetto, già presentato su queste colonne, di “consulenza avanzata” per la gestione del portafoglio clienti. Crescono di conseguenza i ricavi da commissioni: un chiaro segnale di buona qualità dei servizi offerti. Il conto economico rispecchia il momento congiunturale, ma i flussi finanziari dell’ultimo bimestre indicano -o, meglio, fanno intendere, dal momento che è troppo presto per dare certezze- un inizio di inversione del trend. Ma ancora una volta, tornando sul tema della “differenza”, all’interno troverete una mia intervista, in cui abbiamo voluto rendere chiara e tangibile una scelta fatta. Nel dover prendere una decisione strategica di fronte alla situazione congiunturale, la nostra Bcc si è trovata di fronte a un bivio: chiudere i rubinetti alle aziende e, in attesa di “tempi migliori”, ripiegare sulla finanza, oppure continuare ad essere al servizio dei soci e dei clienti. In altre parole, la Banca si è trovata, ancora una volta, di fronte al binomio finanza reale e finanza speculativa. E’ ormai diffusa, infatti, la percezione che il sistema bancario stia utilizzando gli strumenti messi a disposizione dallo Stato più per ricapitalizzarsi che non per sostenere l’economia reale. Con questo non vogliamo dare un giudizio -non siamo soliti esprimere commenti sulle altrui scelte- ma solo prendere atto del sentire comune verso le scelte delle Banche più grandi. Scelte che peraltro sono comprensibili da parte di chi deve guardare non solo al bilancio ma soprattutto ai dividendi per gli azionisti. Per noi è diverso. E, così, coerentemente con la nostra mission e il nostro dna, come consiglio di amministrazione e management abbiamo deciso di non togliere ossigeno al territorio. Una scelta che crea perdite in termini di redditività, ma che ci consente di sostenere i soci, le imprese e le famiglie. Il circolo virtuoso che caratterizza le Bcc, nel rapporto diretto col territorio, rimane quindi il timone delle strategie di riferimento: era così quando le cose andavano bene, deve continuare ad essere così oggi che le cose non vanno bene. Abbiamo scelto come slogan per le nostre campagne pubblicitarie “aiutiamoci a crescere”: per noi sintetizza perfettamente il nostro semplice operare quotidiano.
L'editoriale del direttore della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate