In questi ultimi tre mesi dell’anno, come Consiglio di Amministrazione siamo profondamente impegnati nella scrittura e approvazione del nuovo piano strategico triennale, che ci accompagnerà dal 2007 al 2009. Scrivere questo documento rappresenta un momento particolarmente delicato per l’attività del Consiglio, perché si deve fare la sintesi del triennio passato, si devono delineare i nuovi obiettivi e, soprattutto, deve essere tracciata la strada per poterli raggiungere. Una strada che, sin dalla sua idezione, dovrà essere non impervia ma agevole e affidabile per poter viaggiare sicuri, senza sbandamenti o intoppi. Naturalmente, come per quello di qualsiasi banca, il nostro piano dovrà tener presente tutti gli aspetti di uno sviluppo equilibrato: l’affermazione delle posizioni di mercato, l’espansione territoriale, l’adeguatezza organizzativa, la “motivazione” del personale dipendente, la crescita professionale nel controllo dei rischi. Ma c’è anche, però, un altro aspetto importantissimo, che è unico e distintivo delle Bcc: “essere utile per il suo territorio e per le sue comunità.” L’articolo 2 del nostro statuto, infatti, è categorico: “la Bcc persegue il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche dei soci e delle comunità locali, promuove la cooperazione, la coesione sociale, la crescita responsabile e sostenibile del territorio”. In altre parole, la Bcc vuole essere “Fabbrica di fiducia”. Affermazione, questa, che abbiamo già ribadita tante volte e scritto altrettante sulle pagine di questo giornale. Ma che dobbiamo avere sempre presente come faro del nostro cammino. Per questo l’essere “Fabbrica di fiducia” dovrà emergere con decisione dalle pagine del piano strategico, soprattutto in considerazione del fatto che, col prossimo triennio, la nostra Banca avrà delineato un nuovo ambito territoriale in cui spendersi. E essere banca del territorio significa saperlo ascoltare e interagire con esso, per creare un legame duraturo. “Fiducia” deriva dal termine latino “fides”, che significa “corda”. È la corda della cetra, che deve essere bene accordata per emettere un suono melodioso. Ma è anche una corda che lega, che unisce, che rinsalda. Essere “Fabbrica di fiducia”, quindi, deve significare essere “accordati” con il territorio e “legati” alle sue comunità. E questo obiettivo si raggiunge solo con il costante confronto con le istituzioni, con le associazioni di categoria, con il mondo sociale, economico e culturale, per sottolineare la nostra “differenza” anche nella volontà di essere parte attiva nella crescita del nostro territorio.
Silvano Caglio