Una convention per il futuro

Cambiamo! Nasce l’azienda Bcc. È stato il leitmotiv della convention dei dipendenti di giovedì 12 maggio al castello di Somma Lombardo. E infatti ad accogliere la grande famiglia della banca locale c’era un video, volutamente rallentato, che di cambiamento parlava, quello tecnologico, quello che giorno per giorno ha cambiato sta cambiando e cambierà, volenti o nolenti, le nostre vite. Sempre sul video, ma questa volta nella sala della convention il concept si prende tutto lo schermo per declinarsi in frasi di grandi personalità, quelle che restano nella memoria e che fa sempre un certo colpo citare. Da Churchill a Einstein, da Darwin a Walt Disney il cambiamento si connota di sfumature sempre diverse; comune è però il riconoscimento della sua necessità. Un titolo forte quello della convention, è stato subito precisato, perché non è che sino a oggi la Bcc non sia stata un’azienda; tutt’altro. E basterebbe guardarsi indietro e vedere quello che dal 1999, anno della fusione Busto Garolfo – Buguggiate, è successo. Essere azienda, però, significa non sedersi ad aspettare mai, anche quando le cose vanno per il verso giusto. Ed è precisamente quello che direzione e CdA vogliono evitare. Il cambiamento a base di meritocrazia, di condivisione con i dipendenti come lo si vuole qui intendere è cominciato nella convention 2007, sempre a Somma Lombardo, in Villa Righini. In estrema sintesi : a tutti viene garantita la stessa opportunità alla partenza, mentre il risultato finale è frutto quasi completamente della volontà del dipendente. E se si cambia, lo si fa sul serio, quindi, qualche novità la presenta anche la convention. Per la prima volta quest’anno , infatti, c’è l’ospite, Mario Greganti, direttore delle risorse umane e Organizzazione in Canali, una realtà leader nel mondo dell’abbigliamento Made in Italy con collezioni per uomo di qualità superiore, perché leader nel cambiamento, ma anche nell’adattamento alle mutate esigenze del mercato e nel gioco di squadra. Dopo l’ospite, omaggiato con con la doppia C, simbolo del movimento del credito cooperativo, riflettori per il presidente Roberto Scazzosi e il direttore generale Luca Barni. Comincia Barni, parlando di assunzione di responsabilità come condizione per la crescita della banca; una crescita che deve valorizzare il singolo, ma sempre all’interno di un sistema. Perché proprio in questo un’azienda fa la differenza -specie in una banca, sistema complesso che deve durare nel tempo-: ogni iniziativa, di necessità, va quindi inquadrata in un disegno generale. Esattamente come la valorizzazione del singolo, decisiva, deve sempre avvenire all’interno del sistema. Non solisti, insomma, ma orchestrali che, con strumenti diversi, suonano ognuno la propria parte ma di uno stesso spartito. Il microfono passa a Scazzosi, che di cambiamento e della necessità di cambiare parla in termini generali, ma non dimenticando mai il raggio d’azione della Bcc; cambiare perché il territorio cambia e la Bcc con lui. Ma il presidente non manca di sottolineare un cambiamento importante, e proprio nella politica del personale: «Come CdA abbiamo richiesto alla direzione di basare le sue decisioni solo e soltanto sulle valutazioni espresse e sul merito. Questo è l’indirizzo, stabilito e concordato con la direzione. Da questo momento in avanti il CdA non intende più intervenire nella gestione delle politiche del personale, che è un fatto che spetta esclusivamente alla direzione. Noi, il CdA, ovviamente, vuole il raggiungimento dei risultati. E soltanto il fatto di esprimere questo concetto rappresenta un cambiamento per la nostra banca». Conclude il direttore sintetizzando in cinque punti gli input per i dipendenti: gruppo, competizione, programmazione, fiducia e allineamento nella comunicazione interna. In conclusione la Bcc dovrà essere un’azienda energetica, veloce, flessibile e che mantiene la sua unicità. Il che si può riassumere in un’espressione che suona sempre più familiare: azienda orientata al cliente.

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