Uto Ughi suona per la sua gente

Il maestro torna nella città natale e regala momenti di altissima arte Il sindaco Farioli: «Il più grande!» E aggiunge: «Grazie Bcc, banca davvero differente»

34L’evento era di quelli da segnare sull’agenda e da annotare sul diario; tanto per non dimenticarsi di prendervi parte e per conservarne poi la memoria. Uto Ughi che torna a casa, a Busto Arsizio, nella basilica di San Giovanni, è notizia di cronaca e capitolo di storia cittadina. Busto che abbraccia uno dei suoi figli più illustri è momento emozionante, oltre che artisticamente altissimo. Martedì 24 marzo si respirava l’aria dell’evento nell’ex Manchester d’Italia; esserci significava vivere una grande festa, accogliere il ritorno di un bustocco che ha girato il mondo senza mai dimenticare la propria origine, anzi andandone fiero. Per questo, per celebrare ancora una volta l’eccellenza espressa dal territorio, la nostra Bcc è voluta essere main sponsor dell’evento, perché chi gioca un ruolo sociale non può restare insensibile a un’espressione unica del territorio in cui vive, come la manifestazione del genio musicale. «Quello di Uto Ughi stato un grande ritorno -ha commentato il presidente della Bcc Lidio Clementi-. Il violinista ha un modo molto particolare di suonare il violino; sembra quasi che dall’archetto trapeli la sua anima. In basilica, per il concerto, sono stati riservati posti alle scuole del territorio; un’iniziativa lodevole che vuole indicare ai giovanissimi dove la passione per la musica, unita al talento e all’applicazione possa portare».

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Il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, Uto Ughi e il nostro presidente Lidio Clementi

I 900 posti a sedere che la basilica offriva non erano sufficienti a ospitare il pubblico che ci sarebbe voluto essere, quindi nelle chiese di San Michele e Santa Maria sono stati allestiti dei maxischermi per seguire in diretta il concerto. Uto Ughi e i Filarmonici di Roma si sono cimentati in un programma che ha spaziato dal Sette al Novecento. Boccherini, Pugnani, Mozart, Saint Saens, Piazzola, Bazzini e Massenet. Pubblico stregato dall’arte del maestro, scrosci di applausi al suo ingresso che hanno raddoppiato l’intensità al termine dell’esibizione. A nome di tutti i bustocchi ha parlato il sindaco Gigi Farioli, lapidario nella presentazione dell’artista, definito semplicemente come «il più grande violinista del mondo». Ma parole di elogio, il primo cittadino di Busto, ha avuto anche per la nostra Bcc «che in tempi di banche screditate acquisisce credito investendo in cultura». La parola cultura è stata il ritornello anche dell’intervento dell’artista, che ha lodato la propensione, peraltro rara, di investire in cultura, specie in un periodo come questo, di crisi economica certo, ma anche di quel bene impalpabile, spesso di difficile quantificazione, perché i due momenti neri non vanno ognun per sé, ma si intrecciano, si combinano. Ecco il senso e il valore di aver portato in basilica tanti ragazzi: indicare un altro sistema di riferimento, dove la ricchezza non sia soltanto quella pecuniaria, ma poggi su solide basi culturali. Perché questa sia meno effimera e anche più duratura. «Eventi come quelli celebrati a Busto Arsizio devono essere di esempio per il Nord -ha detto il maestro-; un esempio che ci si augura possa avere più seguito in futuro».

33Un intervento sentito, quello di Ughi, come se con le parole toccasse altre corde rispetto a quelle del suo violino, ma sempre con la stessa passione. Discorso che ovunque il maestro avrebbe potuto tenere, ma che nella sua Busto si è caricato di un significato supplementare: a Busto Ughi è nato, è cresciuto ha coltivato il proprio talento. Sa dunque a chi parla, conosce i luoghi, la gente per cui si crea un’occasione culturale, per cui nasce un progetto. Sa che nasce nella dimensione più vicina alle persone, quella locale, la spinta e lo stimolo per raggiungere risultati eccellenti in ogni campo dell’attività umana, che è sempre e comunque, a tutti i livelli, impegno, investimento di risorse quotidiano, lavoro duro. E proprio con un riconoscimento che sa molto di Busto Arsizio si è chiusa l’indimenticabile serata: Farioli ha consegnato al maestro Ughi la Rosa d’oro concessa ai Fioeu daa Stràa Balòn. Uno degli innumerevoli riconoscimenti collezionati da Ughi, d’accordo (basti citare l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce per i meriti artistici conferitagli dal presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, nel 1997) però unico, come il suo talento.

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